SPUNTI PER L'ORGANIZZAZIONE DEI CORSI DI
INFORMATICA ALL'UNIVERSITÀ DI FERRARA
Crediti, moduli e ore
Non mi sembra una buona idea usare i crediti già in base di
programmazione degli studi. I crediti sono soltanto uno strumento di
misura per le equivalenze. Quindi è meglio programmare prima tutto in
termini di ore e indicare solo alla fine a quanti crediti le ore
corrispondono (ad esempio 4.5 ECTS per 3 ore settimanali e semestre).
Per ogni corso le ore sono indicate tra parentesi nel modo seguente:
(2) ... un modulo da 2 ore settimanali
(3) ... un modulo da 3 ore settimanali
(4) ... un modulo da 4 ore settimanali oppure due moduli da 2 ore
(6) ... due moduli da 3 ore settimanali
Contando in questo modo il primo anno prevede 35 ore fisse,
il secondo 31 ore fisse e 4 a scelta, il terzo 29 ore fisse
e 6 a scelta, il quarto e il quinto 25 ore fisse e 10 a scelta.
Per lo studente ciò significa che passa 17.5 ore alla settimana
in aula o in laboratorio.
Mi sembra un importante principio di vivacità che per le materie
a scelta non sia indicato l'anno in cui possono essere frequentate.
Corsi di laurea previsti
Sono previsti i diplomi quinquennali in
Informatica generale
Informatica industriale
Informatica medica
Geoinformatica
e i diplomi biennali (quarto e quinto anno) in
Informatica tecnica
Informatica aziendale
Osservazioni
Ritengo necessaria una programmazione flessibile dell'organizzazione
generale e dei piani di studi. Questa programmazione dovrebbe essere
ripetuta sistematicamente ogni anno. Alcuni corsi potrebbero essere
offerti a scadenza biennale. Non tutti gli insegnamenti possono essere
egualmente importanti - ciò si dovrebbe riflettere nel numero di ore
che occupano. Oltre agli insegnamenti tradizionali si potrebbero
offrire corsi a blocchi di 1-2 settimane (certi linguaggi di
programmazione, novità hardware, pratica di sistemi operativi).
Più avanti potrebbero essere possibili e auspicabili tirocini
brevi (2-3 mesi) in ditte di alta tecnologia o in case produttrici di
software. A questo riguardo bisogna però dire che sarebbe importante
che l'università stessa assuma un ruolo guida nella tecnologia e
quindi i laboratori universitari dovrebbero essere più avanzati e
continuamente aggiornati. Questo aspetto finora è stato fortemente
trascurato, soprattutto per quanto riguarda i laboratori a disposizione
degli studenti.
Alcune bozze e le stesse leggi mi sembrano troppo rigide. Vengono
conteggiate le ore di lavoro, sopravvivono i raggruppamenti concorsuali,
il numero di materie a scelta dello studente è minimo, tutto in
contrasto con lo spirito dei crediti a cui corrisponderebbe invece
un'impostazione dell'organizzazione degli studi basata sulla solidità
e attrattività dell'offerta didattica, dalla quale lo studente stesso
sceglie le materie di cui comporre il proprio curriculum. I regolamenti
didattici non possono quindi essere incentrati sui singoli insegnamenti.
Attualmente le possibilità di impiego nell'informatica sono eccellenti.
Non è detto però che rimanga così. Mentre gli strumenti informatici
verranno usati sempre di più, il loro utilizzato verrà anche
semplificato. Conoscenze sul hardware o nella programmazione oggi molto
richieste fra vent'anni potrebbero non essere più qualificanti.
Per questa ragione i piani di studi dovrebbero essere solidi e
contenere elementi scientifici e culturali. A questo scopo possono
servire combinazioni (a scelta dello studente) con corsi di geografia,
biologia, medicina, economia, ingegneria, fisica, chimica, linguistica.
Non è necessario che questi insegnamenti siano offerti
in corsi appositi dei corsi di
laurea di informatica; gli studenti possono anche frequentare i corsi
regolari di altri corsi di laurea.
Oltre all'informatica aziendale e industriale si possono prevedere
attività professionali interessanti e ad alto livello in informatica
medica, geoinformatica, bioinformatica (che in Italia probabilmente
rimarrà limitata all'ambiente universitario).
Molto importante, sia nella ricerca universitaria che fuori, sarà lo
sviluppo degli strumenti informatici dell'ingegneria. Questo sviluppo
sarà positivo se l'informatica ingegneristica sarà improntata ai
bisogni dell'alta tecnologia, a cui la facoltà di ingegneria potrebbe
dedicarsi.
(J. Eschgfäller - aprile 1999)