[Da ZNorth] NOTE INFORMATIVE sul centro di documentazione "informatica ed handicap" dell' AREA di Torino. 1. Finalit del centro 2. La biblioteca del software 2.1. Criteri di raccolta del software 2.2. Catalogazione del software 3. Consultazione e consulenza 4. Archivio elettronico delle esperienze 5. Formazione 5.1 Comunicazione alternativa e aumentativa 5.2 Organizzazione di attivit seminariali 6. Ricerca 6.1 Creazione di un laboratorio sperimentale per bambini sordi 6.2 Progettazione e produzione di software --------------------------------------------------------------------------- 1. Finalit del centro Gli obiettivi del Centro di documentazione "Informatica ed handicap" dell'AREA di Torino possono essere concretamente indicati dalla realizzazione delle seguenti iniziative: {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} biblioteca di software specializzata nel settore delle disabilit; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} consultazione guidata della biblioteca; consulenza hardware e software; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} raccolta di documentazione su esperienze d' uso delle nuove tecnologie con i disabili nel campo dell'apprendimento; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} attivit di formazione; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} attivit di ricerca. 2. La biblioteca del software Il Centro, nato alla fine del 1989, ha iniziato la sua attivit con la raccolta e catalogazione del software didattico rivolto a bambini disabili, in modo da consentire ai genitori, ai docenti di sostegno, agli operatori dei servizi di riabilitazione, agli educatori di prendere in esame ed approfondire le potenzialit degli strumenti informatici nell'affrontare, soprattutto, i problemi di apprendimento. Questa rimane una delle finalit primarie del Centro: la documentazione, quanto pi possibile estesa, mirata ed efficace del software didattico prodotto a favore dei disabili. 2.1. Criteri di raccolta del software In questi anni si cercato di mettere a punto alcune procedure sistematiche per il reperimento delle informazioni necessarie alla selezione del software di interesse per il Centro: acquisizione e consultazione di riviste e pubblicazioni specializzate, atti di convegni, banche dati, cataloghi di enti di ricerca, di case produttrici, di altre biblioteche di software; per ora soprattutto in ambito nazionale, ma con l' intenzione di estendere progressivamente l' area di indagine anche all' estero. Le difficolt che si incontrano in questa direzione sono dovute sia all' immaturit del mercato italiano per questo genere di prodotti sia all' elevato indice di dispersione delle iniziative e alla cronica mancanza di collegamento tra i diversi centri di ricerca che operano nel settore: succede cos che ottimi programmi, magari realizzati senza scopo di lucro e messi a disposizione come software di pubblico dominio, o prototipi sperimentali interessanti rimangano confinati in ambito locale, mentre nella regione vicina una scuola o una USL, sotto l' urgenza di una necessit immediata, spende fior di quattrini per l' acquisto di un prodotto meno valido ma meglio reclamizzato. A queste difficolt si aggiungono quelle dovute al fatto che, talvolta, il problema da affrontare non quello di trovare un software specificamente progettato per utenti disabili, ma quello di offrire l' opportunit di utilizzare software "normale" ai disabili stessi. Spesso infatti meglio pensare al software nei termini delle funzioni che svolge piuttosto che in quelli delle persone a cui destinato nelle intenzioni di chi l'ha costruito, e quindi utilizzarlo in base a queste funzioni, magari trovando le periferiche adatte per consentire un adeguato accesso alla macchina. Ma tutto ci comporta, ovviamente, un allargamento molto consistente del settore di mercato del software che va preso in considerazione nel lavoro di documentazione del Centro. In questa direzione, abbiamo avviato alcuni percorsi di indagine (sui programmi di videoscrittura, a scansione o meno, sugli emulatori di tastiera e di mouse, sui programmi di grafica e di editoria elettronica, sugli ambienti ipertestuali e multimediali), raccogliendo qualche "pacchetto" esemplare, senza alcuna pretesa di completezza, ma valutandone la fruibilit, in determinate condizioni, da parte di utenti con vari tipi di difficolt. In questa medesima prospettiva, di recente si aperta una sezione di lavoro che concerne la raccolta di software di gioco e di intrattenimento interattivo, che favorisca non solo l'interazione con la macchina, ma anche con altre persone. L' allestimento della sezione dedicata al gioco nasce da una ricorrente constatazione: i bambini e i ragazzini che giungono al nostro Centro sono spesso sottoposti a defatiganti itinerari riabilitativi, ma per vari motivi raramente si pensa a farli giocare come momento essenziale della loro crescita. 2.2. Catalogazione del software Accanto alla raccolta del software, il Centro provvede alla sua catalogazione, impresa che ha dato origine, tra l' altro, alla prima pubblicazione del Centro stesso: Rosso L. (1992), Centro di documentazione "Informatica ed Handicap": Catalogo ragionato del software, Torino, AREA. Il problema dei criteri di catalogazione del software educativo comporta l' analisi dei presupposti teorici impliciti nella sua progettazione, ma rappresenta anche un nodo intorno al quale si organizza la possibilit di una facile consultazione e di una rapida indicazione per gli utenti finali. Intorno a questi temi il Centro ha organizzato per il 2 Convegno nazionale su "Informatica, Didattica e Disabilit", tenutosi a Pisa nel novembre 1991, una tavola rotonda, una sintesi della quale stata pubblicata negli atti del convegno stesso. A seguito di tale incontro, ci siamo risolti ad adottare lo standard internazionale ISO di classificazione degli ausili, lo stesso utilizzato e riadattato dal SIVA della fondazione Don Gnocchi di Milano per il suo sistema informativo, che prevede un insieme sufficientemente dettagliato di classi per l' inquadramento del software nell' ambito pi generale degli ausili per disabili. L' unico settore non previsto dallo standard ISO proprio quello del software didattico, interesse prevalente del Centro. Per questo siamo ricorsi a una nostra classificazione, basata soprattutto sulla distinzione tra le diverse strategie didattiche impiegate dai programmi, ispirandoci largamente ai criteri di classificazione della raccolta italiana pi completa e prestigiosa di software didattico: la BSD dell' Istituto per le tecnologie didattiche del CNR di Genova. Un interessante spunto di riflessione, a questo proposito, infatti capire quale immagine del bambino disabile avesse in mente chi ha progettato il programma: come persona da rieducare, come persona a cui vanno aggiunte le "parti mancanti", da esercitare, da protesizzare, da far interagire con gli altri, a cui consentire la pi vasta gamma di scelte di comunicazione e di esercizio della sua creativit, ecc. Ciascuna scelta, relativamente agli scopi che ci si prefigge, ha immediati riflessi sulla prassi, sulle modalit con cui si affronta la persona disabile o la sua disabilit. 3. Consultazione e consulenza Il Centro dunque innanzitutto un luogo di consultazione del software e non un' ausilioteca: non abbiamo in dotazione periferiche speciali o hardware dedicato, se non nella misura strettamente necessaria a rendere funzionanti alcuni programmi. Infatti il principio per cui, in ambito didattico, prima si individua il programma e poi si procede all' acquisto dell' hardware adeguato stato per noi un punto fermo che inverte il percorso solitamente effettuato dalla scuola e dalle famiglie, sulla falsariga di quanto abitualmente si fa per la scelta di altri ausili. Nel campo dell' apprendimento l' ausilio vero proprio non l' hardware, ma il programma o, meglio ancora, l' ambiente interattivo che il programma mette a disposizione dell' utente. Tutto ci non significa, ovviamente, che per il Centro non rimanga aperto anche il discorso della consulenza sull' hardware pi adatto alla singola situazione di disabilit. In proposito abbiamo raccolto esperienze, materiale documentario, indirizzi di centri specializzati verso cui dirottare chi abbia bisogno di provare attrezzature molto particolari. Molta attenzione, tuttavia, poniamo nella presentazione dello strumento come protesi: se la menomazione non stata accettata il computer diventa il rappresentante della disabilit e costituisce una ulteriore ferita narcisistica per il S della persona disabile e delle persone che le stanno intorno. Il rischio contrapposto da evitare che lo strumento informatico diventi per il disabile e per chi lo assiste un supporto magico ed un rafforzamento della negazione intrapsichica del limite e della menomazione, con inevitabili riflessi sull'identit della persona, sulle possibilit di una vita migliore, pi "adattata" e pi soddisfacente sul piano relazionale. Considerato quindi che l'attivit di consultazione del Centro di documentazione ne costituisce l'aspetto pi vitale e, al contempo, il momento pi delicato, si posta la massima attenzione all'incontro, all'accoglimento, all'individuazione del problema. La consultazione prevede un momento di ascolto della richiesta, sovente non ancora precisa n orientata: nella maggior parte dei casi, infatti, non esiste una cultura informatica preliminare o tale da consentire di formulare domande molto articolate. Nella esperienza effettuata si pi volte dovuto fornire una documentazione sulle potenzialit dello strumento, dando una panoramica di vasto raggio; altre volte la richiesta era orientata esclusivamente sull'acquisto dell'hardware da utilizzare con il soggetto disabile, senza aver individuato un possibile percorso didattico e, solo in alcuni casi, la consultazione si trasformata in consulenza vera e propria rispetto a determinate tipologie di handicap e sui mezzi da impiegare. Per l'accesso al centro vengono privilegiati i piccoli gruppi auto-organizzati, in genere omogenei o affini per professionalit; oppure si fa coincidere la presenza di pi persone che lavorano nello stesso ambito professionale, ma in zone geografiche diverse o che avanzano richieste analoghe, come pu essere la visione di uno specifico software. A questo modello di accoglienza si fa al momento eccezione per le persone disabili, o le loro famiglie, cui si dedica uno spazio individuale. L' idea del piccolo gruppo risponde a molte esigenze: {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} economia di tempo; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} facilitazione dell' interattivit rispetto allo strumento informatico; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} momento di incontro e potenziale instaurazione di legami all'esterno, per l' avvio della utilizzazione dei PC nella pratica di lavoro e del confronto delle esperienze; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} proposta implicita di un "modello" di impiego del mezzo, che non isoli le persone, ma ne favorisca il dialogo, lo scambio, l' interazione senza far diventare il computer un mezzo totipotente; {SIMBOLO 183 \f "Symbol" \s 10 \h} comunicare che ci si trova di fronte ad un potente strumento, ma non alla risoluzione del problema (preferiamo infatti pensare allo "svolgimento di un tema", piuttosto che alla soluzione di un problema). Data questa impostazione, la consultazione della biblioteca avviene sempre in collaborazione con gli esperti del Centro; ma non si escludono, per il prossimo futuro, soluzioni che permettano una consultazione autonoma, almeno da parte degli utenti pi esperti, che alleggerisca in parte l' impegno del personale. A tale proposito, in fase di allestimento una banca dati molto pi interattiva, che dovrebbe integrarsi con una guida ipertestuale ai programmi installati sui calcolatori del Centro. In un futuro meno prossimo, si spera di poter fornire anche un servizio di consultazione telematica a distanza. 4. Archivio elettronico delle esperienze E' attualmente allo studio l' integrazione tra la banca dati del software e un archivio elettronico delle esperienze di integrazione scolastica e di riabilitazione, attuate con l'ausilio di strumenti informatici. Per ora si prevede di documentare il lavoro degli operatori scolastici e dei servizi riabilitativi (utenti del Centro) e di rimettere a disposizione le esperienze. Questo avrebbe lo scopo di creare, da un lato, una memoria storica di questi interventi, dall'altro, un facile collegamento e confronto tra i tecnici che svolgono attivit di sperimentazione o abbiano gi maturato conoscenze sull' uso del computer con i disabili a fini educativi, riabilitativi, di apprendimento o di 'terapia di mantenimento'. 5. Formazione L'altro nodo su cui si struttura l'intervento del Centro di documentazione la formazione. Un primo livello, per cos dire implicito ed immediato, di formazione avviene con gli utenti del Centro, con i quali spesso si rivelato utile, durante le sedute stesse di consultazione della biblioteca, pensare a momenti di apprendimento organizzati per piccoli gruppi, per proporre l'uso di strumenti informatici non come ulteriore forma di isolamento del disabile dal contesto scolastico, e pi avanti sociale, ma come occasione per tutti i bambini di apprendere e conoscere attraverso mezzi multimediali, con accessi diversificati. Occorre tener presente, infatti, che il computer, nel caso dei soggetti portatori di handicap, una protesi non solo mentale, ma spesso un ausilio, una protesi fisica che consente le interazioni ed il superamento o, almeno, il ridimensionamento di alcune barriere. Si tratta di una protesi fisica che, come tale, tocca da vicino l'immagine di S, della propria identit personale, l'accettazione e l'elaborazione della propria condizione di menomazione. E noi sappiamo che spesso questo lutto non viene mai pienamente elaborato e pu costituire anche un grosso ostacolo a servirsi efficacemente del calcolatore, come strumento che sancisce ci che mentalmente non si disposti ad accettare: la parte mancante. 5.1 Comunicazione alternativa e aumentativa Attivit di formazione in senso proprio svolta regolarmente dal Centro sul tema della comunicazione alternativa e aumentativa. Questa attivit si articola in corsi di apprendimento del Linguaggio Bliss e di codici alternativi, organizzati in collaborazione e con la consulenza diretta dell' AICA (Associazione Incremento Comunicazione Alternativa) di Milano, con la quale si dato l'avvio alla formazione di operatori e specialisti della comunicazione alternativa affiliati alla B.C.I. di Toronto. L'obiettivo di creare da un lato una sezione di lavoro, con possibilit di consulenza per tutti i casi che presentano la necessit di avvalersi di linguaggi alternativi, quando la comunicazione verbale impedita; dall'altro una struttura permanente di ricerca e formazione degli operatori socio-assistenziali e degli educatori che vivono a stretto contatto con i disabili. 5.2 Organizzazione di attivit seminariali Il Centro ha organizzato, nella primavera del 1992, un ciclo di seminari informativi rivolti, alcuni, alla illustrazione, per tipologie, dei programmi raccolti nella sua biblioteca del software, altri a tematiche pi generali sull'impiego dell'informatica nella didattica e nella riabilitazione. I seminari hanno preso in considerazione, tra l' altro, gli strumenti software che consentono l' uso del computer ai disabili motori gravi, il linguaggio Bliss, i giochi di simulazione, gli ipertesti, l' utilizzo di micromondi LOGO per l' apprendimento ed il recupero in campo logico-matematico e linguistico. 6. Ricerca Le attivit di ricerca del Centro riguardano principalmente la sperimentazione, la progettazione e la produzione di software educativo per bambini disabili. 6.1 Creazione di un laboratorio sperimentale per bambini sordi In collaborazione con l'Istituto di psicologia del CNR di Roma prende avvio dal gennaio del 1993 la 'Bottega della fiaba elettronica', che sperimenter, oltre al software disponibile nella biblioteca, anche il programma 'Savana', messo a punto da tale Istituto ed appositamente costruito per i bambini sordi. La caratteristica di questa sperimentazione, e la sua novit, di porre l'accento sull' aspetto 'educativo' e soprattutto sul gioco, sulla possibilit di aprire un' area transizionale di creativit, avendo a disposizione potenzialmente tutti i programmi adatti ai bambini sordi della raccolta di software del Centro. In particolare con il laboratorio, si punta al raggiungimento dei seguenti obbiettivi: {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} consentire al bambino sordo di accedere ad informazioni che non siano unicamente veicolate sul canale uditivo - verbale, ma anche su altri canali (grafico - manuale, visivo - gestuale) {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} stimolare il desiderio di conoscenza e la capacit esplorativa {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} aumentare il bagaglio di conoscenze del bambino {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} sviluppare alcune abilit cognitive in modo rapido e naturale {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} aiutare il bambino a stabilire una relazione con altri bambini in un rapporto mediato da un progetto comune {simbolo 183 \f "symbol" \s 10 \h} aiutare il bambino a pianificare un'attivit utilizzando strumenti diversificati Al laboratorio acceder un gruppo di bambini (cinque), preventivamente selezionato. I genitori avranno uno spazio proprio di discussione ed elaborazione dell'esperienza di laboratorio: il gruppo dei genitori sar condotto da uno psicologo, utilizzando la modalit di lavoro del gruppo operativo centrato sul compito. Al gruppo di bambini verr proposto di realizzare, dopo un percorso opportunamente guidato, un proprio elaborato. In particolare l'elaborato consister in una fiaba (o favola) inventata, che sia espressione dell'intero gruppo. Oltre ad inventare la fiaba i bambini dovranno scriverla ed illustrarla servendosi dei programmi e dell'attrezzatura messi a loro disposizione. La scelta della fiaba come motivo conduttore del laboratorio basata su una serie di considerazioni tra cui una delle fondamentali parte dal presupposto che le fiabe costituiscono un momento essenziale dello sviluppo psico-affettivo del bambino. L' arricchimento interiore operato dalle fiabe spesso precluso ai piccoli sordi per vari motivi tra cui il principale costituito dalla connotazione stessa della fiaba che legata alla narrazione orale. 6.2 Progettazione e produzione di software Il Centro ha prodotto in proprio alcuni programmi, che distribuisce gratuitamente. Si tratta di due programmi a scansione per il calcolo di addizioni e sottrazioni in colonna, rivolti a disabili motori, e di un prototipo di software multimediale per facilitare la comprensione di un testo ("Il sole e la luna"). Attualmente sono in fase avanzata di progettazione altri due ambienti: uno, "I viaggi di Michele", per esercitare al riconoscimento di parole in contesti situazionali simulati, l' altro per l' esplorazione attiva di sfondi grafici ed animati, che servono da spunto sia per la produzione di brevi testi, con l' assistenza diretta di un analizzatore sintattico incorporato, sia per la valutazione, da parte del bambino, della correttezza di alcune produzioni linguistiche del calcolatore. Per queste attivit il Centro si avvale principalmente del volontariato, cio del lavoro gratuito di alcuni informatici di professione, coordinato in progetti finalizzati. Il Centro collabora infine con l'Istituto di Linguistica computazionale del CNR di Pisa nella progettazione di 'ADDIZIONARIO: palestra linguistica multimediale', che sar un dizionario interattivo della lingua italiana su CD-ROM per bambini di et compresa tra i 5 e i 13 anni. {PAGINA|6}