Nel Sudest asiatico e' stata scoperta una popolazione natrualmente resistente alla malaria grazie a una mutazione genetica che fa assumere agli eritrociti una forma ovale. L'alterazione morfologica si accompagna a modificazioni della membrana del globulo rosso che da una parte impediscono l'ancoraggio del parassita malarico e dall'altra rendono impossibile il suo inglobamento sotto forma di vacuolo. La mutazione genetica e' del tutto priva di nocumento per i soggetti eterozigoti ( l'omozigosi e' invece considerata letale), la scoperta fa ipotizzare una nuova serie di farmaci. Corriere medico 18-19 maggio 1993, pag. 7 (dal JAMA). L'alofrantina, un analogo della meflochina, si e' dimostrata molto efficace contro il parassita malarico, ma sembra gravato da effetti collaterali di tipo cardiaco. La progressiva diffusione di Plasmodium falciparum resistenti a molteplici farmaci rende urgente la ricerca di nuovi trattamenti. Attualmente la meflochina e' l'unica alternativa largamente disponibile alla chinica, ma la sua efficacia in alcune zone sta declinando rapidamente.