Luned, 17 gennaio 1994 14:37:26 From: Enrico Pasini Conversazione tra Alberto Vitale, Egidio Pentiraro e il pubblico Egidio Pentiraro. Si tratta di una conversazione che Alberto Vitale e io ci auguriamo di vedere allargata a tutta la sala. Ritengo doverosa una breve premessa. Alberto Vitale presidente, Chief Executive Officer, Managing Director di Random House, e Random House la pi grande casa editrice del mondo: il numero uno della numero uno, per dirla in termini giornalistici; inoltre Alberto Vitale vicepresidente dellAssociazione americana degli editori. Quindi si trova a un crocevia importantissimo, cruciale direi, in questo momento, ed sicuramente la persona pi adatta per parlarci di editoria elettronica e multimedialit oggi. Credo che la nostra giornata di lavoro, fatta anche con le vostre domande, non ci dar certezze, tuttavia ci aiuter a capire il senso del momento che stiamo vivendo. Vorrei cominciare con loffrirvi alcuni dati per mettere a fuoco la situazione. Da tanti anni proponiamo un convegno su questi temi, prima sulleditoria elettronica e poi sulla multimedialit. Nelle edizioni passate abbiamo sempre parlato di un mercato futuribile. Quello che oggi, invece, si pu dire, che il mercato cՏ, si intravvede. Nel 93 sono state vendute negli Stati Uniti tre milioni e mezzo di enciclopedie elettroniche multimediali, nellanno precedente ne erano state vendute un milione di copie. gi un dato molto significativo e chi conosce i prodotti sa quale sforzo stiano facendo gli editori per far progredire, allinterno di questi strumenti, la multimedialit. Vediamo ora qualՏ la situazione in Italia: il mercato italiano vede una presenza degli editori nel settore delleditoria professionale e unassenza nel campo della multimedialit, con una vistosa eccezione, di grande successo: lenciclopedia Grolier-Hachette su disco ottico, che ha venduto dallaprile del 93 a oggi 15.000 copie; una proposta al pubblico molto complessa, poich si tratta di una sorta di abbonamento che prevede aggiornamenti sino a nove anni. Quindi possibile dire che anche da noi il mercato sintravvede. A questo punto vorrei porre la prima domanda ad Alberto Vitale: per adesso stiamo ragionando di editoria elettronica basata su disco ottico, supporto che sta dando qualche soddisfazione, ma che cosa ci sar nel futuro? Quali altri strumenti possiamo immaginare? Come si potr veicolare leditoria elettronica? Alberto Vitale. una domanda molto complessa, perch nel futuro si pu vedere quasi di tutto. Direi che il Cd Rom di oggi una piattaforma, un mezzo transitorio per arrivare, a un certo punto, ad avere un accesso diretto allinformazione attraverso cavo, attraverso microonde, attraverso satellite. Pentiraro. Quindi nello sviluppo delleditoria elettronica linterattivit, la televisione, giocheranno un ruolo molto importante. Che cosa si sta pensando? Che cosa si sta facendo? Quando una decina di anni fa, mi pare fosse l84, ci siamo trovati per la prima volta di fronte al Cd Rom, ci siamo messi a studiarlo; quindi, nell86, con il convegno di Seattle, stato finalmente possibile vedere il prodotto, le macchine che consentivano di farlo e, oggi, abbiamo unindustria. Dieci anni sono passati e oggi cinterroghiamo su questo strumento. Il traguardo della televisione interattiva sicuramente molto pi ambizioso. opportuno cominciare a lavorare oggi su questo argomento, e come? Vitale. Non ci sono dubbi che importante cominciare a lavorare oggi. Negli Stati Uniti enormi investimenti vengono effettuati nelle fibre ottiche: tutte le societ telefoniche stanno entrando in questo mercato e oserei quasi dire che in futuro i dati verranno trasmessi attraverso fibre ottiche e le societ telefoniche avranno un ruolo fondamentale, superando addirittura il ruolo delle societ di televisione via cavo. Non solo, ci sono anche le microonde. Hanno limitazioni, perch deve esserci una trasmissione diretta, senza ostacoli, per ci sono tecnologie molto avanzate anche in questo campo. Poi ovviamente ci sono la trasmissione via satellite e la telefonia senza fili, cio i cellular phone: per esempio, Motorola sta investendo parecchi miliardi di dollari in un network di 60-80 satelliti che copra tutto il mondo. La stessa cosa avverr con AT&T. CՏ un grande sviluppo in atto e, chiaramente, bisogna farne parte, perch altrimenti lo sviluppo degli Stati Uniti sar predominante anche negli altri paesi che non si saranno adeguati. Bisogna cominciare oggi. Pentiraro. necessario anche lavorare in unaltra direzione, cio cominciare a preparare il pubblico a questo grande salto, alla discontinuit che si sta creando. Oggi siamo abituati a una televisione relativamente passiva e con dieci canali, ma che cosa succeder quando la televisione avr 500 canali? Sicuramente non sar sufficiente una guida ai programmi come quella che si compera in edicola per orientarsi in questo sistema, ci sar bisogno di navigatori, e soprattutto bisogner che la gente impari ad usarli. In altre parole, mimmagino una specie di Windows per Tv. Vitale. S, sicuramente ci sar unevoluzione di questo genere. Avere la televisione con 500 canali una questione di tre anni, cinque anni se si vuole essere un po meno ottimisti. Quindi domani, non in un futuro distante, proprio immediato. Avere 500 canali unenormit: oggi con 60-70 canali, se una persona si vuol mettere l seduta in poltrona e farli passare, magari ce la fa ancora, ma con 500 sar impossibile. E poi che cosa ci mettiamo? Ci sono degli sviluppi notevolissimi, come lo home shopping QVC, ma oggi come oggi linterattivit difficile, perch si pu comperare sulla base di quello che viene presentato alla televisione, per bisogna sempre fare un numero di telefono: unoperazione molto semplice, che per richiede unazione specifica, addizionale. Invece, se un giorno come accadr prestissimo si potr semplicemente fare clic sullaggeggio, si avr subito lordine belle fatto, quindi cՏ una possibilit veramente immediata di sviluppo nella televisione. Poi cՏ tutta la parte educational, che sar fondamentale per questo discorso. Ci sono grossi punti interrogativi su chi avr mai il tempo di utilizzare tutti questi servizi. Sono convinto che tutte le persone in questa sala potranno utilizzare una frazione di una frazione di questi servizi: come faremo a darci i mezzi per scegliere quello a cui siamo interessati? Sono problemi enormi, che non sono ancora stati risolti, per si risolveranno. E poi cՏ il discorso sulla preparazione mentale: ritengo che praticamente tutte le persone presenti oggi in questa sala sono persone che daranno un contributo fondamentale alla transizione verso questa nuova rivoluzione culturale, che significa vivere col computer, vivere con infinit enormi dinformazioni disponibili in tempo reale. Per in effetti siamo tutti obsoleti: necessario indirizzare i nostri sforzi verso i bambini, a partire dai due anni di et. Recentemente John Sculley raccontava che la Apple ha una specie di asilo nido dove i dipendenti possono portare i bambini a partire dai 18 mesi. La Apple ha installato una batteria di calcolatori con del software per bambini piccolissimi: a quanto pare, questi bambini di 18 mesi, che quasi non parlano neanche, riescono a far funzionare i calcolatori in un modo fenomenale. E, a questo proposito, Sculley aggiungeva: immaginiamoci come penseranno questi bambini quando avranno ventanni. Pentiraro. Io credo che ci sia anche un altro aspetto sul quale bisogna cominciare a lavorare da subito: con quali linguaggi, con quali nuovi oggetti, con quali nuovi prodotti ci prepariamo a una rivoluzione che non esiterei a definire epocale, identica, per portata e per stravolgimento, a quella che ha provocato lintroduzione della stampa. Quali sono i primi oggetti che cominciano a vedersi sul mercato? Che cosa cՏ in giro oltre agli esperimenti che abbiamo gi cominciato a citare? Vitale. Ci sono diversi prodotti. Per esempio, recentemente la Random House ha fatto un accordo con Brderbund, che ha sviluppato dei Cd Rom, dei software per bambini, inserendo cos nel proprio catalogo un paio di prodotti che hanno avuto un successo enorme, con oltre centomila copie vendute nel giro di un anno (centomila copie vendute a 40 dollari, di cui 20 per la societ, cio una grossissima cifra daffari). Lo sviluppo di software per bambini di qualsiasi tipo di software, ma adesso mi riferisco al software per bambini fatto seriamente, in modo che sia education and entertainment, costa mezzo milione di dollari. Quanti prodotti per mezzo milione di dollari un editore pu permettersi a breve termine? Noi della Random House pubblichiamo circa 500 titoli allanno per linfanzia, forse un po di pi. praticamente impossibile tradurre tutti questi titoli in Cd Rom. Per si stanno facendo dei grossi progressi: i due titoli a cui accennavo prima: Just Grandma and Me, di Mercer Mayer, e Arthurs Teacher Trouble di Mark Brown, due grandi autori per bambini, hanno avuto un successo enorme. Noi riteniamo di poter produrre dai cinque agli otto Cd Rom allanno, e siamo unorganizzazione tra le tante che esistono. Chi avr modo di utilizzare tutto questo software? Questi giochi per bambini durano otto-dieci ore! Chi avr il tempo da dedicarci? Sono domande che ci facciamo in continuazione; nel frattempo dobbiamo svilupparli, perch inevitabile che ci avviamo verso questo tipo di rivoluzione culturale. Pentiraro. Laltra met del problema rappresentata dalla distribuzione. Sollecito sempre le vostre domande. Luigi Dadda. Mi ritengo parte del pubblico, ho solo il vantaggio di avere il microfono gi pronto. La domanda che vorrei fare riguarda gli esperimenti fatti negli anni scorsi da Xerox e da Bell, che concernevano essenzialmente il workplace, cio leffetto della multimedialit sul posto di lavoro. Erano esperimenti fatti nei loro laboratori, non solo tecnologici (anzi, la tecnologia era piuttosto rudimentale), infatti linteresse principale era nelle reazioni degli utenti di fronte a questi strumenti: ecco, come vede lei questo versante del possibile sviluppo della multimedialit e in particolare delluso delle reti? Vitale. Intanto non sono molto al corrente di questi esperimenti. So solo che, se ci sono stati, non sono stati contagiosi, nel senso che in generale se ne parla abbastanza poco. Se avessero avuto un grande successo se ne parlerebbe molto di pi. Direi che molto difficile cercare dintrodurre luso delle nuove tecnologie presso la massa delle persone come le conosciamo oggi: secondo me bisogna partire dal bambino di due anni. Sono un po monotono, perch lho gi detto un paio di volte, ma sono convinto che il bambino di due anni che comincia a lavorare coi calcolatori, con programmi interattivi, avr la possibilit di pensare in modo completamente diverso. Noi purtroppo pensiamo come cՏ stato insegnato, e non il nostro modo di pensare che potr portare alluso veramente diffuso dellinterattivit. Sono veramente convinto che noi siamo a un livello transitorio. Fabrizio Vagliasindi. Abbiamo parlato di quantit, 500 canali televisivi, enormi quantit di informazioni; mi preoccupa un po il discorso della qualit, soprattutto perch la domanda : come prepariamo gli autori di opere come queste? Non sempre tanta informazione tutta informazione bella, buona, accessibile e interessante. Bisogna anche imparare a farla: per questo mi preoccupo prima del fatto di preparare le persone, e poi della tecnologia che permette di avere una cos vasta quantit dinformazioni. La seconda domanda riguarda questo problema: i prodotti interattivi sono bellissimi, soffrono magari di qualche problema di mancanza di standardizzazione, di un po di confusioni tecnologiche che per si stanno appianando. Ma da oggi a quando saranno le televisioni a vendere in maniera interattiva, chi vende questi prodotti? Il computer shop non funziona, lo si visto, e poi non pu creare una massa critica. Quali sono i canali? Il consumer electronics, lhome video, i canali dei videogame? Mi sembra il problema cruciale per avviare investimenti e per poter operare in maniera potente sul mercato. Vitale. Certamente la preparazione e la qualit del prodotto sono dei problemi enormi; lei ha detto che giustamente si preoccupa e come lei si preoccupano tutti, perch riusciremo ad avere i canali prima ancora di avere il software. Oggi come oggi la grande crisi il contenuto, manca il contenuto. Stanno tutti lavorando su questo, non ancora con enorme successo; per direi che secondo me una volta che cՏ il mezzo a un certo punto il prodotto salter fuori. Lutilizzazione del prodotto un grande problema, perch noi tutti siamo limitati, intellettualmente e anche come tempo, e abbiamo interessi diversi. Quando lei parla di 500 canali televisivi, semplicemente per dire un numero alto, ma potrebbero essere 1.000, o 2.000, o 10.000. Direi che tutta questa rivoluzione si sta sviluppando in modo parallelo e in modo anche incrociato, e lunica cosa da fare di essere sempre molto al corrente. Dicevo prima del contenuto. Il contenuto veramente fondamentale. Noi siamo, per esempio, in contatto con la Sony che, come sapete, avanzatissima praticamente in tutti i settori dellelettronica. Ma manca un piccolo anello in questa loro struttura, che lanello del contenuto. Difatti sono interessatissimi a lavorare con Random House o con altri editori. Il contenuto, tuttavia, non che si possa tradurre pari pari dal libro ai new media, deve essere trasformato. I giornali, un giorno, saranno in tempo reale, non saranno pi stampati su carta; per, se si pensa di trasformarli in giornali come li conosciamo oggi, ci si sbaglia, sarebbe impossibile, bisogna trovare degli altri mezzi e delle altre strutture. Ho toccato solo una frazione dei problemi che abbiamo. Per gli editori, direi, occorre entrare nella forma mentis di cercare di sfruttare e di sviluppare i diritti multimediali. Per esempio, a Random House insistiamo tutte le volte che comperiamo dei diritti per includere i diritti di trasmissione elettronica del testo, perch in futuro, anche se la carta stampata ci sar sempre forse in tirature molto inferiori la distribuzione del testo potrebbe avvenire per via elettronica. chiaro che oggi nessuno vuole leggersi un libro sullo schermo, perch la risoluzione molto scarsa, ma tra tre-cinque anni potrebbe essere assolutamente perfetta. Lo sfruttamento economico del testo potrebbe anche essere molto pi interessante, perch oggi vendiamo il libro, incassiamo i soldi ed praticamente tutto finito. Domani si potrebbe invece acquistare un capitolo e pagare mille lire, se poi se ne acquista un altro si pagano altre mille lire, o si acquista tutto il testo e si pagano tremila lire. Tutto attraverso la televisione interattiva. Ci sono oggi sistemi di trasmissione dati che possono trasferire lEnciclopedia Britannica da un database a un supporto elettronico in pochi secondi, lasciando poi al consumatore la decisione di cosa stampare. Tutto a casa. Ritengo che tra cinque-dieci anni non avremo pi la televisione come la conosciamo oggi, avremo un Information Center, un centro dinformazioni, che pu essere televisione quando vogliamo vedere la televisione, pu essere calcolatore, pu essere telefono cellulare, piuttosto che telefono normale attraverso le fibre ottiche, pu essere connessione col satellite o a microonde, pu essere laser printer e pu essere anche una centrale di comunicazione a distanza: attraverso il Newton, o lEo dellAT&T, si pu comunicare con il nostro information center e, se ci si trova su una spiaggia, si pu leggere un libro o un articolo sul Newton, o comunicare, o mandare un fax. La televisione come la conosciamo oggi sar un giorno completamente obsoleta: bisogna pensare a un centro dinformazioni che ci metter a contatto con uninfinit di informazioni, che veramente ci permetteranno un campo di conoscenze come oggi non ce lo possiamo neanche immaginare. Bruno Contigiani. Io scrivo un po di multimedialit dappertutto, mi occupo fondamentalmente di education. Mi sembrava che i problemi tecnologici a questo punto fossero un po secondari rispetto a quello che ha gi detto lei, cio la traduzione delle opere esistenti o, comunque, la creazione di nuove opere. A questo proposito io direi che bisognerebbe cominciare a smetterla con le enciclopedie. Se da una parte siamo stati obbligati a partire dalle enciclopedie, perch erano titoli con un alto valore aggiunto, sono anche gli strumenti che meno si prestano a una lettura video: sono molto adatti perch contengono molti dati, per devono essere rivisti, per essere offerti su video. Quindi se partiamo dalle enciclopedie si debbono fare grosse operazioni di revisione, non solo dei contenuti, ma proprio della forma in cui sono presentati, e quindi anche pensare ad altri titoli e ad altri modi. Per questo motivo son convinto che forse non tanto dal settore degli editori di enciclopedie, quanto dal settore degli editori di videogiochi, potranno venire nuovi titoli: quando coloro che producono videogiochi si decideranno per lo meno in Italia, credo che negli altri paesi la cosa sia un po diversa a fare uno sforzo verso il settore education. Lultima cosa che voglio dire che, daccordo, i bambini vanno benissimo, producono grande attenzione, ma mi sembra che in questo momento, anche dal punto di vista del target, siano da considerare tutti i problemi di rieducazione o comunque di diffusione, dinsegnamento nei confronti di un altro grosso settore che quello degli anziani, che mi sembra anche numericamente in crescita. Si tratta di far fare a questo grosso spezzone della popolazione un salto tecnologico per poter arrivare a utilizzare questi strumenti. Vitale. Secondo me, siccome dobbiamo dare delle priorit, investire sul settore di popolazione pi anziano un grande spreco di tempo, e questo con tutto il rispetto per la popolazione anziana, di cui faccio parte. Bisogna partire dai bambini! Bisogna vedere la realt cos comՏ: chi paga per questo sviluppo? Dobbiamo pagare noi, quindi avremo mezzi limitati, e se abbiamo mezzi limitati dovՏ il maggior potenziale: nella popolazione anziana, che nove su dieci non riuscir mai ad adeguarsi alle nuove tecnologie, o nei bambini? Massimo Silva Coronel. Sono responsabile multimedia di Olivetti. Vorrei porre una domanda un po provocatoria: non credete forse che, parlando di queste nuove tecnologie, continuare a proporre la lista dei problemi (la qualit, il tempo di accesso, il tempo di fruibilit, lassenza di canali distributivi o la protezione dei diritti dautore) sia un modo di proteggere, di conservare una realt esistente e, quindi, significhi non aprirsi a nuove esigenze emergenti? Unaltra cosa: non che abbiamo un po troppi capelli bianchi per lanciare programmi e sviluppi orientati a bambini di due anni? E chi li lancia? Vitale. Ma chi li lancia, se non li lanciamo noi? Non i bambini di due anni! Li acquistano poi i genitori, soprattutto la nonna e il nonno, e loro impareranno dai bambini. Questo succede gi negli Stati Uniti oggi e son sicuro che succede anche in Italia. La domanda viene dai bambini, non viene dai nonni. Laltra cosa che volevo dire che non si pu fermare il progresso, quindi cercare di conservare intatto quello che abbiamo oggi un po fare come hanno fatto i nostri amici a Mosca cercando di conservare un regime che, per, si sono accorti anche loro che non funzionava. Il progresso inevitabile, quindi tanto vale sposarlo, incontrarlo. Giovanni Mazzanti. Sono giornalista, lavoro nel circuito televisivo Cinque Stelle e mi occupo di multimedialit da un po di tempo. La vivo con estremo interesse e passione e la ritengo anche inevitabile, per rimango un po stupito di fronte a discorsi come quello sui bambini di due anni: suscita qualche perplessit, ma non nel senso della positivit di una crescita dei bambini in questa direzione. Ma vorrei spostare largomento su un ambito pi vasto: la rivoluzione culturale che linformatica pu e deve portare. Si detto che avremo 500 canali e ci si chiesto anche: come li riempiamo? Oppure: avremo nuovi programmi e ci vorranno molte ore a disposizione, anche per i bambini. Il problema non questo, ognuno di noi usa il computer come gli pare e piace e quando ha voglia di divertirsi va fuori nei prati e lascia stare il computer. Non dobbiamo essere presi da tutto questo coinvolgimento nellinformatica. Quando poi si dice di rimanere agganciati alla tecnologia degli Usa ecc., cosa succede? Che lEuropa, gli Stati Uniti e il Giappone diventano i leader mondiali di un sistema informatico che in qualche modo blocca tutto il sistema del mondo? Il problema rispondere anche alle esigenze di solidariet di tutto il mondo, portare linformatica a un discorso culturale che passa attraverso la pubblica amministrazione per risolvere meglio, per esempio, quello che successo con Tangentopoli, e cos via. Il discorso molto vasto, ma credo che anche culturalmente e politicamente linformatica potrebbe fare molto. Vitale. No comment. Gianluca Dettore. Sono responsabile di Mediola, una nuova societ multimediale, vorrei fare tre domande al dottor Vitale. Fatti cento i titoli in circolazione negli Stati Uniti, come si distribuiscono sul mercato, cio quanto al mercato consumer, quanto al mercato specializzato, e cos via? Altra domanda: come curata la distribuzione dei titoli negli Stati Uniti? Terza domanda: per quanto riguarda le tecnologie, quanto linvestimento minimo per la costruzione di un laboratorio multimediale? Vitale. Per quanto riguarda la prima domanda, non so quale sia il mix tra consumer, informazione scientifica ed educativa nellambito del software multimedia, non posso rispondere perch non ho linformazione: credo che sia anche molto difficile da ottenere perch oggi tutto un po mischiato. Per quanto riguarda la distribuzione, invece, oggi avviene soprattutto attraverso i computer store e i software store, quindi una distribuzione limitata, che per ha permesso di vendere oltre 100.000 copie di quel programma per bambini di cui ho parlato prima. Quel che cercheremo di fare alla Random House di sviluppare la distribuzione attraverso i librai, il che non cosa da poco perch, come tutti sapete, i librai sono molto diffidenti. Ci sono anche dei reali problemi di furto: non si pu tenere tutto sotto chiave, perch il consumatore non vede i software; se si tengono fuori, viceversa, si rischia di perderli. Comunque, oggi come oggi, la distribuzione attraverso software store e computer store. La terza domanda: il costo varia moltissimo, perch se lei sviluppa, per esempio, uno di questi software per bambini, deve pensare a cinque o sei persone che lavorano per un anno, quindi oserei dire mezzo milione di dollari circa. Per, se lei parla di unenciclopedia, piuttosto che di un testo di medicina o simili, le posso dire che Adam Software ha prodotto un software sul corpo umano che il prodotto pi formidabile che io abbia mai visto e che mi ha veramente fatto capire che cosa ci porter la multimedialit nel futuro. una cosa straordinaria, fatta anche a livello del consumatore, anche se il prodotto progettato per i medici, e si vende a 3.000 dollari: penso che quel prodotto abbia richiesto un investimento di sette-otto-dieci milioni di dollari, cos a naso. Il costo degli investimenti varia moltissimo. Lello Piazza. Insegno statistica e matematica al Politecnico. La mia domanda passa per un brevissimo racconto: il falco pellegrino, che un noto rapace, quando attacca degli stormi di allodole molto fitti non riesce a beccare niente, mangia solo quando, fortunatamente, trova degli stormi composti da due o tre individui. Paradossalmente, il falco pellegrino rischierebbe di morire di fame se trovasse sempre tanta roba da mangiare. Mi chiedo: siamo sicuri che non moriremo di fame anche noi, dal punto di vista dellinformazione, quando avremo 500 canali televisivi? Siamo sicuri che 500 canali televisivi siano il progresso, come lei dottor Vitale ha detto? Vitale. Che sia il progresso o non sia il progresso, lo vedremo quando ci saremo; per inevitabile. Mauro. Lavoro da tanti anni nel settore della multimedialit, lavoro in Philips. Ho due domande, una rivolta a chi si occupa di cultura e di insegnamento. Qui parliamo di multimedialit e, secondo me, molto spesso cՏ una cultura informatica pi che multimediale, mancano delle professionalit importanti per fare della multimedialit vera. Mi chiedo perch non orientare i giovani a questa professionalit, che veramente un mestiere nuovo. Fare un titolo multimediale qualitativamente valido, non una riscrittura su Cd Rom di qualcosa su carta, una cosa veramente difficile! Occorrono tante e tali capacit e diversit culturali che difficile fonderle in un solo individuo, ma quanto meno una base comune bisogna darla. Oggi gli informatici parlano da informatici e la multimedialit nasce su una base culturale che ancora quella informatica. Perch non si fanno corsi per i giovani sto parlando per lItalia proprio in questo momento che cՏ un drammatico bisogno di sbocchi professionali nuovi? La seconda domanda la rivolgo al signor Vitale: quando lei parla di uno sviluppo futuro, televisione interattiva, come vede lei la transizione della televisione interattiva di cui tanto si parla come accadeva ai tempi delloffice automation che erano due belle parole, ma che prima di diventare office automation occorso un decennio, cosa vuol dire televisione interattiva, primo, soprattutto l dove mancano le infrastrutture. E, secondo, come vede la transizione tra cavo e mezzo locale? So che cՏ un tema particolare su questo discorso, qual laccoppiamento di qualcosa che cՏ a casa dellutente con un broadcasting. Vitale. Direi che la transizione avverr in modo graduale. Forse alcuni di voi sapranno che a Orlando, in Florida, da parte della Time Warner, cՏ un grandissimo sforzo per effettuare delle trasmissioni veramente interattive, che funzionano con il telecomando. CՏ unaltro esperimento ancora pi avanzato a Omaha, Nebraska. Le modalit della transizione oggi come oggi non si conoscono, per inevitabile che ci saranno, e con gradualit molto rapide. Ci sono nuove tecnologie, per esempio a microonde, come dicevo prima, in cui molto facile ed economico trasmettere ma molto pi difficile ricevere. Laltro giorno ho saputo che una grossa societ americana ha sviluppato un piccolo ripetitore, un ritrasmettitore, che dallapparecchio locale che si ha nellappartamento, in casa, pu ritrasmettere per microonde informazioni generate dallutente, dal consumatore. Tutto questo sta succedendo oggi: non ci sono formule, non ci sono procedure, non si sa come succeder, per sta succedendo. Pentiraro. Vorrei invitare Gianni Degli Antoni a presentarci una sua idea sulle cose che abbiamo discusso qui. Giovanni Degli Antoni. Veramente sono state dette tante cose che fare una sintesi credibile e che non provochi semplicemente la voglia di dirne delle altre, molto difficile. Mi ci provo, e cercher di essere breve. Vorrei fare un modello dellumanit intera, tutta: fate finta di essere tutti i vivi e i morti qui, supponiamo che siano tutti in questa stanza dal primo allultimo. Ebbene, sapete quanti sono i presenti vivi rispetto al totale, in questa stanza? Circa l80% dellintera umanit, l80% da quando luomo esiste. Immaginate fra qualche anno. Credo che la storia labbiamo studiata bene o male un po tutti, per sappiamo quanto complessa, quante cose sono state dette e contraddette, quante cose incredibili, quante verit e quante bugie. A differenza del passato, quando il progresso procedeva lentamente, noi la storia la stiamo vivendo; abbiamo in questo momento lintera storia dellumanit viva, totalmente presente: abbiamo il futuro, perch la virtualit significa futuro, e abbiamo imparato a comunicare con il passato. Questo pu sembrare incredibile, ma abbiamo imparato a comunicare col passato, nel senso che le persone che rappresentano bene ci che cՏ nel passato sono presenti in questa stanza e dialogano con persone che sono nel futuro. Bisogna imparare a rendersene conto: la cultura non ha fatto il progresso dovuto, la scuola ha sbagliato completamente. Era inevitabile, non assolutamente unaccusa. Ho sentito dire tante cose, tutte belle, tutte interessanti, ma se non sono collocate in un modello non si capisce nulla. Attenzione alle affermazioni definite, precise: bisogna collocarle nello spazio, nel tempo, nella cultura, negli obiettivi. Per esempio, comincerei da questa questione dei vecchi: giusto che i vecchi si diano da fare. Non so se appartengo alla categoria dei giovani, medi, vecchi, matusa probabilmente siamo da quelle parti ma non ho deciso di morire cos facilmente e cercher di fare di tutto per sopravvivere attraverso la realizzazione di unopera multimediale. Lo far solo negli ultimi anni della mia vita, perch adesso impossibile: sia perch la scuola non me lo consente, sia perch la ricerca lo consente, ma ha difficolt, sia perch delle persone presenti, che vivono alcuni secoli orsono rispetto alla velocit del tempo, fanno di tutto perch non avvenga. Il professor Dadda ha perfettamente ragione quando dice che stiamo studiando, per ad esempio non studiamo i giochi dei bambini, non studiamo quella realt enorme che i ragazzini che fanno software qui mi riferisco al discorso sui bambini di due anni stanno producendo: per esempio romanzi interattivi, gialli interattivi, che cominciano ad esserci e sono cose notevolissime. ovvio che in questo momento esiste la voglia di produrre per sopravvivere, per risolvere i problemi che la tecnologia ha prodotto la tecnologia ha prodotto una situazione bellissima ma anche terrificante, ovverossia la capacit di produrre molto. Infatti stiamo tutti cercando di inventare nuovi lavori, tutti hanno un po diritto a sopravvivere. Se guardate la storia di questi ultimi tempi e ogni tanto ci sono promesse esagerate su qualche cosa vedete che lentamente lequilibrio dei prodotti si sta formando. Secondo alcune previsioni, lumanit raggiunger il doppio di oggi e a quel punto stabilizzer un po tutti i rapporti con i prodotti. Naturalmente ci sar una dinamica incredibile, io potr vivere nel Medioevo e potr vivere nel futuro. Dobbiamo cambiare la logica di essere troppo precisi, logica che in questo momento sta facendo troppi danni: danni culturali e discussioni. Queste discussioni, come qualcuno ha giustamente segnalato, nelle reti di computer si fanno fra 10, 20.000 persone: magari 20.000 ascoltano, per in alcuni gruppi di interesse in reti di computer negli Stati Uniti 6.000 parlano, ed un discorso che richiede una quantit di pazienza enorme. Occorre pazienza per capire la tecnologia. Devo dire che chi capisce tre anni di tecnologia un buon storico, perch in tre anni si produce pi conoscenza di quanta lumanit non ne abbia prodotta nellintera sua storia. Occorre capire che non si pu ritornare indietro. Certo cՏ la logica del fondamentalismo (nessuna religione si senta coinvolta). Non credo che tutto quello che succede e che apparentemente di origine religiosa sia legato alla religione, legato alle tecnologie dellinformazione che cambiano troppo in fretta, per cui luomo, spaesato, si attacca alle poche cose che gli sono rimaste, perch quelle gliele hanno martellate nella testa, giuste o sbagliate che siano, si chiamino marxismo sta tornando il marxismo si chiamino in altri modi, stanno tornano tutti i fondamentalismi. Il problema di capire che, mentre abbiamo imparato a superare la barriera della distanza, attraverso le telecomunicazioni e attraverso processi culturali immensi, non abbiamo imparato a superare la barriera dello spazio e quindi ci aggreghiamo intorno a idee e nascono localismi assurdi: tutti, dal primo allultimo. Purtroppo, tutto questo accadr fino a che non avremo capito, non avremo imparato a ragionare con dolcezza, con amore e con semplicit; se impareremo questo, impareremo che le tecnologie dellinformazione che naturalmente hanno una loro colpa hanno anche una loro capacit di salvezza. Oggi tutti i problemi sono dovuti, tutti dal primo allultimo, alle tecnologie dellinformazione che, quindi, costituiscono il solo modo con cui possiamo risolverli. Ma senza la dolcezza, senza lumanit, senza una razionalit corretta, senza cambiare un po la logica, non sar possibile. Se voi andate a una discussione di professori universitari vi rendete conto che quello che avviene orribile, perch questi si impuntano e dicono: Io voglio quella cosa, e quella cattedra e sanno benissimo che, se tutti si comportassero come loro, si creerebbero problemi insolubili. Occorre la capacit di risolvere il problema e ciascuno deve saper rinunciare a una parte. Dobbiamo imparare a coordinare: naturalmente il problema delle reti diventa veramente il problema cruciale, reti a basso costo per. Gli investimenti secondo me sono gi stati fatti tutti. Questo paese ha una ricchezza di reti straordinarie, grazie alla Sip che ha fatto degli sforzi immensi, e spero che questo lo vedremo pi avanti.