Lunedì, 10 gennaio 1994 14:48:54 From: Enrico Pasini Due collane («Elettrolibri» di Castelvecchi e Synergon, «Nuovo Millennio» di Franco Muzzio Editore) diversamente rivolte alle nuove tecnologie della comunicazione. Raccontiamo in queste pagine di due collane che ci sono state inviate in blocco e che, ci sembra, meritano di essere segnalate nel loro complesso. La prima è costituita da due «Elettrolibri», agili libri con floppy pubblicati da Castelvecchi e Synergon, che trovate segnalati nei box. La seconda è il «Nuovo Millennio» della Muzzio, una serie dedicata alle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione che si segnala per autorevolezza e peso (anche fisico) dei testi pubblicati. Non tutto è nuovo di trinca: Muzzio vi ha anche ripresentato un testo abbastanza noto e già tradotto nel 1988 (Paul Freiberger - Michael Swaine, Silicon Valley. Storia e successo del personal computer, Padova: Muzzio 1988 e 1993, L. 28.000), in cui si narra la storia dell’età eroica del personal computer, dal 4004 all’8088, o dall’Altair al Pc Ibm. I primi software, lo Homebrew Computer Club, la nascita dei computer shop, la storia dell’Mits e dell’Imsai, di aziende durate meno di ventiquattro mesi, ma anche della Apple (fino al Macintosh, sorvolando curiosamente su Lisa). Insomma, tutto il personal computer ante Hd, in una storia in cui, bisogna però dire, è decisamente evidenziato l’aspetto delle fortune e dei rovesci aziendali a scapito di quello underground e di «nuova cultura e controcultura», che pure ci fu: più fatturati e management, cioè, che Computer’s Lib e People’s Computer Company (ed è veramente notevole il modo imbarazzato con cui si accenna alla produzione di «blue boxes», aggeggi per frodare la compagnia dei telefoni, da parte di Jobs e Wozniack). (e. p.) DA MEMEX A XANADU La collana «Nuovo millennio», effettivamente, è nota in particolare per aver tradotto due opere che sono fondamentali per conoscere il dibattito sugli ipertesti, le promesse e gli investimenti culturali che la prima forma di impatto significativo del medium elettronico sull’organizzazione e la struttura dell’informazione testuale ha comportato. Vi si trovano, nell’una l’insieme dei testi in cui si espresse l’idea di Vannevar Bush di una macchina per gestire lo stoccaggio e l’elaborazione del sapere secondo modalità cognitive che ricalchino i processi associativi, e una serie di interventi (Engelbart, Nelson, Meyrowitz, tra i più noti), non tutti facili da reperire, che ricapitolano le tappe principali del dibattito intorno all’idea di ipertesto. Ciò che si dice sugli ipertesti può essere agevolmente tradotto, per il lettore odierno, in problemi di navigazione negli ipermedia. Nell’altra, si trova la summa (in versione 90.1) della ricerca pluridecennale di Ted Nelson intorno alla scrittura non sequenziale, vista svolgersi in un universo documentario (un docuverso) dalle innumerevoli possibilità di indirizzamento — a partire dalla famosa ridefinizione della letteratura («un sistema in evoluzione di documenti interconnessi») ad arrivare al metodo di editoria, archiviazione, connessione ecc. proposto da Nelson. L’autore di Computers Lib («you can and must understand computers now») offre qui la descrizione del sistema Xanadu, la storia della sua elaborazione e implementazione, l’interfaccia, la struttura dei documenti e dei collegamenti che lo compongono, i suoi differenti livelli di virtualità, le procedure e i regolamenti. Le traduzioni sono fortunatamente adeguate (nonostante qualche uscita buffa, come i bastoncini di Nepero gabellati per le «ossa» del povero matematico) e persino gli schemi di Nelson restano comprensibili. (e. p.) James M. Nyce - Paul Kahn (a cura di), Da Memex a Hypertext, Padova: Muzzio 1992, L. 34.000 Theodor Holm Nelson, Literary Machines 90.1, Padova: Muzzio 1992, L. 34.000 MULTIMEDIALITÀ Nell’ambito della discussione sulle tecnologie che stanno alla base dello sviluppo della multimedialità, un contributo interessante è costituito da quest’antologia, curata da John Waterworth, che può essere considerata il risultato di un’operazione collettiva del laboratorio di ricerca Institute of Systems Science (ISS) dell’Università Nazionale di Singapore rivolto allo studio dello sviluppo della tecnologia multimediale. Il libro raccoglie i contributi di numerosi ricercatori dell’Iss, che presentano una panoramica generale sulle tecnologie multimediali addentrandosi poi nel campo delle applicazioni. Vengono prese in considerazione le più recenti tendenze nella realizzazione di interfacce utente, le problematiche legate allo sviluppo di editor per l’authoring multimediale e infine le metodologie di rappresentazione della conoscenza per la progettazione di sistemi multimediali basati su una complessa rappresentazione non solo dei fatti, ma anche delle relazioni esistenti fra essi. Gli autori, oltre a descrivere lo stato attuale della tecnologia, avanzano suggestive previsioni e indicano possibili direzioni verso cui si dirigeranno studi futuri. (c. s.) J. A. Waterworth (a cura di), Multimedia. Tecnologia e applicazioni, Padova: Muzzio 1992, pagg. 210, L. 38.000. L’IMPRESA VIRTUALE Le ricadute dell’impiego delle nuove tecnologie nell’ambito dell’organizzazione del lavoro insieme alla definizione di una nuova tipologia dell’impresa sono il tema di questo saggio, tra cronaca del presente e anticipazione di un futuro molto prossimo. L’impresa virtuale, secondo Ettinghoffer, rinuncia al modello della fabbrica concentrata spazialmente per basare la propria organizzazione sulle reti e, grazie all’uso della telematica, dei satelliti, del fax, dei telefoni cellulari, delle videoconferenze ecc., istituisce un rapporto con l’economia e la «materia» sempre più simbolico. Nella prima parte del libro, grazie anche a una nutrita serie di esempi, è tracciata l’evoluzione delle nuove forme di organizzazione del lavoro, dalle illusioni generate dal telelavoro (il lavoro attraverso le telecomunicazioni), nel momento in cui non veniva affrancato da un modello taylorista, all’impatto delle telecomunicazioni, alle loro conseguenze in campo organizzativo ed economico. Nella seconda parte l’autore definisce i termini di una vera e propria «rivoluzione copernicana» all’interno delle aziende e dell’avvento di un «Terzo Ordine», dopo quello preindustriale e quello industriale, che dovrà essere regolato dalle NTIC (Nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione). (s. m.) Denis Ettighoffer, L’impresa virtuale - I nuovi modi di lavorare, Padova: Muzzio 1993, L. 36.000 CIBERCOSMOLOGIA Una raccolta di saggi che introducono al «cyberspazio», il luogo della realtà e soprattutto degli incontri, o della coabitazione, virtuali, identificato a volte dal curatore con un incrocio tra l’evoluzione del Mondo Tre di Popper (il mondo delle idee, delle costruzioni concettuali, ecc.) e un mondo salvifico, in cui si trova tutto il buono e il nuovo; e a volte con il «regno dell’informazione allo stato puro», un mondo da costruire per una fruizione simbolica invece che letterale. Per buona fortuna, la percentuale delle chiacchiere mirabolanti che riempiono sovente i testi sulle realtà virtuali e sulle nuove forme della comunicazione, non è qui troppo elevata. Lo spessore e il realismo dei contributi e la loro varietà ne guadagnano: si va dall’architettura alla semantica, dal rapporto con la realtà alla navigazione nello spazio virtuale, dalla collaborazione all’organizzazione del lavoro, dall’interfaccia alla visualizzazione, compresa un’ontologia platonica («erotica»), invero per chi scrive non molto credibile, di quello che potremmo chiamare il cybercosmo. Il quadro del volume ne risulta veramente ricco, benché inevitabilmente di quando in quando sia un po’ nebuloso, costruendo se non altro una ponderosa introduzione ai nodi teorici che si muovono intorno a questi temi. (e. p.) Michael Benedikt e altri, Cyberspace. Primi passi nella realtà virtuale, Padova: Muzzio 1993, L. 38.000 I PERCORSI DELL’IPERTESTO Il saggio di Carlo Rovelli è un’introduzione chiara e completa alle tematiche ipertestuali. L’autore nei primi capitoli propone una breve analisi storica della nascita e dell’evoluzione dell’ipertesto e analizza le possibili applicazioni del paradigma ipertestuale; in seguito descrive gli strumenti più utilizzati per produrre applicazioni negli ambienti Ms-Dos e Macintosh, espone una semplice classificazione delle forme di ipertesto e infine prende in considerazione una «retorica ipertestuale», ovvero un insieme di regole destinate a chi vuole produrre un ipertesto facile e di agevole consultazione. Insieme al saggio di Rovelli gli editori propongono la sua versione elettronica, realizzata nel formato (*.hlp) della Guida di Windows 3.1 (di recente anche su «Byte» è stato notato che i file dell’help di Windows, dotati di vera struttura ipertestuale, consultabili da chiunque abbia a disposizione l’ambiente operativo e non troppo complessi da realizzare, hanno delle potenzialità per la distribuzione d’informazione elettronica). Lo accompagna un «elettroracconto», Border-Line di Miguel Angel Garcia. Tipico esempio di narrativa in forma di libro-game, vi si può «navigare» scegliendo i percorsi preferiti. Pur perdendo immediatezza e velocità, è possibile leggerlo in modo tradizionale consultando il testo, che compare anch’esso nel libro. (c. s.) Carlo Rovelli, I percorsi dell’ipertesto, con il racconto Borderline di Miguel A. Garcia, Elettrolibri, Roma-Bologna: Castelvecchi-Synergon 1993, libro + floppy, L. 16.000 RA-DIO Recensire un ipertesto, nella metafora della navigazione, equivale probabilmente a provvedere per il lettore un bollettino meteo quanto più attendibile e circostanziato si possa. L’attenzione si concentra, quindi, e non è facile immaginare diversamente, dal contenuto alla trama che lo supporta. Si comincia insomma a fare subito i conti con la macchina dei nodi e dei legacci. Se si cerca invece di evidenziare le emozioni della lettura piuttosto che i metodi con cui si svolge, non si può far altro che recensire in qualche modo «se stessi» raccontando la storia della propria navigazione. Poiché «Ra-Dio», Elettrolibro di Lorenzo Miglioli realizzato per Macintosh con Storyspace™ Reader, non si sottrae a questa norma generale, cercherò di descrivere qui in breve i tratti salienti della mia navigazione personale. Innanzitutto, la sensazione di andare sempre «di bolina stretta», contro una scrittura raramente gradevole, sollecitato a mutare di rotta continuamente più da un istinto di fuga dalle parole trovate, che da una curiosità di seguire un discorso in qualche modo accostante. Ho trovato «storie di giovani BIT», di «Evoluzione» e di «Estinzione», di «Gianni e di Luca» che «si facevano nel parco», «omicidi» e «vaffa» nella fatica del vivere. Ho trovato «simbiosi» e «ritualità», agganciate a più profonde riflessioni. Ho trovato infiniti altri spunti che non mi è possibile elencare. Non ho trovato un filo di emozione o di coinvolgimento. Peccato, forse per me, forse per la fatica di un lavoro che non esce ancora dal meccanismo. Gli ipertesti per ora sono pochi e si leggono tutti. Più avanti, sarà d’obbligo selezionare. (g. v.) Lorenzo Miglioli, Ra-Dio, Elettrolibri, Roma-Bologna: Castelvecchi-Synergon 1993, libro + floppy Schede di Stefano Mogni, Enrico Pasini, Cristina Spadaro, Giorgio Vaccarino.